Cibo, Mostra Steve McCurry

Musei Civici San Domenico, Forlì

La mostra

Il celebre fotografo Steve McCurry (Philadelphia, 1950) è protagonista di una nuova mostra ai Musei San Domenico di Forlì, prodotta da Civitas con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi.



Membro della Magnum, Steve McCurry si e’ laureato nel 1974 in Cinematografia e Teatro presso l’Universita’ della Pennsilvanya. Inizia a lavorare come freelance alla fine degli anni ‘70, realizzando reportage dall’ India e dall’ Afghanistan, i paesi con cui maggiormente si identifica il suo lavoro.

La svolta nella sua carriera avviene nel 1979, quando entra nelle zone Afaghane controllate dai mujahiddin, appena prima dell’invasione russa. Quando tornò indietro, per attraversare il confine portò con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Le sue immagini a colori, che combinano al meglio l’arte del reportage, dellla fotografia di viaggio e dell’indagine sociale, sono state pubblicate in numerose pubblicazioni in tutto il mondo, ma il nome di Steve McCurry rimane in particolarmente legato al National Geographic, di cui ha realizzato la copertina piu’ famosa di tutti i tempi.

Un viaggio esplorativo emozionante.

Videoproiezioni e luce sagomata.

Il Progetto

Questa volta, il soggetto ricorrente dei suoi scatti è il cibo, considerato nella diversità che caratterizza ogni cultura, ma anche come necessità universale che lega tutti gli individui. “Ogni fotografia di Steve McCurry cerca l’universale nel particolare”, spiega Monica Fantini, curatrice della mostra insieme a Fabio Lazzari e Biba Giacchetti, “è paradigmatica di una persona o di un’intera comunità: vale per le figure commoventi che consumano un pasto nella solitudine o nel dolore, come per i frammenti di mercati in cui i pesci, la frutta o le spezie si fanno odori, suoni, sapori e partecipazione emotiva a una realtà che, nelle differenze, riporta all’uguaglianza degli esseri umani”.

Le opere, esposte per la gran parte in anteprima mondiale, sono divise in cinque sezioni: un’introduzione al ciclo della vita del cibo, il pane come alimento primario, il lavoro nelle piantagioni e in mare, la trasformazione del cibo e la coesione che esso genera.

Strutture autoportanti per monitor e materie prime.

Pareti divisorie dedicate alla comunicazione.

L'intervento

Più che una mostra un ensamble di vere e proprie installazioni ideate dallo scenografo internazionale Peter Bottazzi ed espresse formalmente attraverso diversi linguaggi, ciascuno dei quali riesce a coinvolgere il visitatore, rendendolo parte attiva di un processo di introspezione e comprensione. Ogni fotografia dialoga costantemente con l’apparato scenografico e il risultato finale è quello di un insieme che si fa racconto universale del cibo a partire dal più antico di tutti: il pane.

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